Siamo quasi alla fine dell’anno scolastico, la stanchezza si legge in faccia ad ognuno di noi. Abbiamo capelli arruffati e sguardi stanchi.
E poi c’è il lunedì, tosto per tutti.
La sveglia che suona e la voglia di alzarsi persa nello svago del fine settimana appena passato.
Ci siamo alzati presto tutto l’inverno e ora vorremmo solamente staccare la spina e immergere i pensieri in una piscina d’acqua fredda.
Noi “grandi” sappiamo riconoscere le nostre ‘giornate no’, riusciamo ad organizzare i nostri pensieri e, soprattutto, siamo in grado di dare voce ai nostri bisogni.
Ma che succede se ad avere una ‘giornata no’ è un bambino che ancora non riesce ad esprimersi, che ancora non parla o semplicemente non riesce ad esternare quello che ha dentro?
Ci ho pensato tanto, e mi sono ricordata di quando ero piccola. Bambina timidissima, non parlavo quasi con nessuno; e se mi capitava di fare qualche eccezione, diventavo irrimediabilmente paonazza. Mi sono ricordata di quanto fosse difficile trovare qualche adulto in grado di comprendere quello che stavo passando.
Di dare voce a QUELLE mie sensazioni.
Spesso quella matassa di emozioni rimaneva all’altezza del petto senza che io riuscissi a trovare un capo per sbrogliarla.
Oggi al nido mi è capitata una situazione nella quale ero io dall’altra parte. Ero io quell’ adulto che doveva riuscire a capire, ad ascoltare.
Non è stato facile, e durante la giornata mi sono sentita a volte impotente. Perché non riuscivo a consolare il pianto di un bambino che voleva la sua mamma. Potevo inventarmi di tutto, giochi d’acqua, bolle di sapone, spacciare biscotti neanche fossi una dipendente della Mulino Bianco…ma lui voleva la sua mamma, e io non potevo sostituirla.
Abbiamo cercato insieme di superare la giornata, con tanti momenti di malinconia, e siamo arrivati al momento delle ninne quasi sereni.
Ma le emozioni sono qualcosa di molto potente, e se non trovi la chiave di lettura non ti lasciano tranquillo nemmeno quando dormi.
Così il mio piccolo amico si è svegliato dal sonnellino pomeridiano e dopo qualche minuto in cui tutto sembrava andare bene, ha ricominciato a piangere. Per un momento sono andata nel panico perché gli altri bambini dormivano…e se si fossero svegliati, avrei avuto bisogno io di qualcuno che mi consolasse!
Le avevo provate tutte durante tutta la giornata, ogni distrazione possibile…
Aveva solo bisogno di questo in attesa della sua mamma.